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ANNO 2013 UNA SVOLTA PER L’ITALIA DEI PROGRESSISTI BENPENSANTI

COPYRIGHT © SIAMO COSI' APS  affiliata ACLI     

ACLI Roma     ACLI nazionale

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Di Germana Biagioni

 

Ben trovati!

Oggi affronteremo un breve ma intenso percorso normativo che ha portato la nostra povera scuola a proliferare di programmi pedagogici, spettacoli, corsi di educazione sessuale, percorsi didattici sotto una unica etichetta generica di CORSI ALLA SESSUALITA’ E ALLA AFFETTIVITA’, che sembrano innocui e interessanti anche a noi adulti.

E invece, cari genitori, il loro intento non sempre è quello che appare. Campanello di allarme sono le parole-chiave del nuovo affascinate gergo progressista, che ormai risuona familiare alle nostre orecchie. Quando compaiono termini come: differenze, diversità, amore, rispetto, inclusione, stereotipi, omofobia, bullismo omofobico, cyberbullismo omofobico, cittadinanza attiva, legalità, orientamento ecc. (tanto per citare le più comuni), c’è da stare attenti!

In Italia il gender è entrato attraverso 4 tappe:
1 (2010) Consiglio d’Europa CdE emette una raccomandazione su misure per combattere discriminazione sull’identità di genere
2 (2010) Organizzazione Mondiale della Sanità redige il documento di standard per l'educazione sessuale nelle scuole in Europa
3 (2012) Governo Monti aderisce alla raccomandazione CdE e ne incarica UNAR
4 (2013) UNAR e 29 associazioni LGBT stabiliscono la strategia LGBT per scuola, lavoro, media e carceri.

E poi c’è da considerare le linee guida dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per l'educazione sessuale nelle scuole che prevedono, per le varie fasce di età, elementi di conoscenza relativi ai seguenti argomenti:
1 fascia 0-4 anni: masturbazione infantile precoce
2 fascia 4-6 anni: amore verso persone dello stesso sesso
3 fascia 6-9 anni: contraccezione, auto-stimolazione
4 fascia 9-12 anni: libera scelta del partner, gravidanze indesiderate

Questo documento, redatto peraltro da un organo politico, preoccupa per la tendenza all’iper-sessualizzazione precoce dei bambini.

Ora torniamo al terribile anno 2013 perché all’insaputa degli italiani, si dispiega una sequenza di interventi normativi che fanno capo ad una unica manovra imposta dall’alto di un GOVERNO NON ELETTO governo Monti, che risponde alla cupola sovranazionale, introducendo nel nostro ordinamento leggi ritenute necessarie per stare al passo coi tempi e non obiettabili, con la scusa che “ce lo chiede l’Europa!”

Dopo il protocollo di intesa tra Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) capitanato ed il Ministero del Lavoro con delega alle Pari Opportunità, (tra i ministri Profumo e Fornero), si aprono le porte ad un ampio processo di riforme volte al progetto di innovazione del sistema educativo … sensibilizzazione all' inclusione…prevenzione contro ogni tipo di violenza e discriminazione…

Tutte cose belle, direte voi, se non fosse che la costola militante di tale progetto, la struttura di supporto di realizzazione è l’UNAR, che a sua volta si avvale di un gruppo nazionale di lavoro costituito da 29 sigle LGBT, ossia 29 associazione omosessualiste tra le quali il ‘Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli’.

A maggio dello stesso 2013 entra in scena la Strategia Fornero, seguita in giugno dalla ratifica della Convenzione di Instanbul “sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”, convertita in legge 119/2015 denominata legge sul femminicidio. Questa all’art. 5 prevede un “Piano di azione straordinaria contro la violenza sessuale di genere” elaborato periodicamente con le programmazioni europee e che come per magia ci ritroviamo nella normativa scolastica L.107/2015, che permette un indottrinamento obbligatorio sulla ideologia gender camuffato con il paravento infallibile della discriminazione e violenza sulle donne.

Il 12 settembre 2013 spunta il c.d. decreto Carrozza che in parte recepisce le linee guida dell’OMS, che però viene ulteriormente modificato dalla on. Stefania Giannini, che introduce nell’art. 16 “l’importanza per tutto il personale scolastico, dell’aumento delle competenze relative alla educazione alla affettività, al rispetto delle diversità, delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere” prevedendo uno stanziamento di 10 milioni di euro.

Mi viene da dire “Ma le competenze didattiche? Oppure l’ausilio alle disabilità?” eh no! E’ più importante che gli insegnanti sappiano educare alla affettività che insegnare la loro materia!

Va bene per oggi vi ho istruito abbastanza, visto che siamo in tema scolastico!

Vi aspetto per una interessante (spero!) lettura sul DDL FEDELI e la BUONA SCUOLA di Matteo Renzi che ci ha lasciato proprio una bella riforma, che prevede che a scuola si vada non per imparare, ma per entrare in relazione, per comunicare emozioni, e per scegliere chi voler essere, non a livello formativo per un futuro professionale, ma per scoprire la propria vera identità, con scelta ovviamente consapevole per definizione…

 

23 agosto 2019

 

Fonti:

“Il Gender non per esperti” dell’associazione NON SI TOCCA LA FAMIGLIA

MalaScuola “gender”, affettività, emozioni di Elisabetta Frezza

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