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FLUIDITA’ E VAGHEZZA DEL DDL ZAN


VIOLAZIONE DELLA LIBERTA’ DI PENSIERO
EFFETTO AUTOCENSURA
UCCISIONE DEL PLURALISMO DELLE IDEE

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La legge penale per essere costituzionalmente legittima deve essere tassativa, cioè deve essere chiaro cosa è sanzionato penalmente, non ci deve quindi assolutamente essere incertezza su cosa sia sanzionato penalmente.

Invece nel ddl Zan si parla di concetti di genere e identità di genere e per l’orientamento sessuale. Ad oggi non si è in grado di dire quale differenza c’è tra questi concetti, infatti gli stessi organi tecnici della Camera, il comitato per la redazione dei testi legislativi e la Commissione affari costituzionali hanno evidenziato proprio questo aspetto criticissimo, ciononostante la Commissione giustizia ha ugualmente mandato il testo alla Camera.

 

Ma c’è vaghezza e difetto di tassatività non solo nell’oggetto tutelato ma anche nella condotta. Cosa si intenda per discriminazione o atto di violenza è alquanto incerto.

Per esempio: il padre che abbia un appartamento sfitto e non utilizzato e che neghi al figlio di poterlo utilizzare per convivere con il proprio partner omosessuale, può essere tacciato di discriminazione.

Cosa ci dice il relatore nel suo disegno di legge: dice che in questo caso in un processo penale in questo caso verrà assolto, ma non ci si rende conto che la prospettiva di dover subire un processo penale è di una grande rilevanza.

 

VIOLAZIONE DELLA LIBERTA’ DI PENSIERO


Già dall’esempio fatto si capisce in modo chiaro che anche soltanto l’annuncio di questo disegno di legge produce un effetto di autocensura nei cittadini, che stanno bene attenti a non esprimere la propria opinione, ovvero pensano che prima di parlare di queste cose stanno bene attenti perché si potrebbero avere conseguenze penali.

Questo effetto se la legge verrà approvata sarà moltiplicato, perché si rischierà davvero il processo penale, come gli stessi relatori della legge riconoscono.

In verità questi effetti di autocensura come ci dicono alcuni casi di cronaca si sta già verificando. C’è alla base un discorso antropologico importante.

Qualcuno potrebbe sostenere che questo effetto di autocensura è giusto che si verifichi come si verifica per il razzismo, per la discriminazione su motivi religiosi, per la discriminazione su motivi etici, anche qua la legge provoca un effetto di autocensura.


In realtà c’è una differenza sostanziale importante: mentre per alcuni di questi fenomeni descritti è raggiunta nella società civile una sufficiente condivisione della oggettiva erroneità delle tesi razziste, xenofobe, discriminatorie che si può dire siano oggettivamente errate e che sono già punite dalla legge.

Mentre sostenere di colpire anche l’omofobia con lo stesso metodo usato per il razzismo, la xenofobia, per la discriminazione su motivi religiosi, per la discriminazione su motivi etici, non si può dire che sia oggettivamente errato.

 

Se da una parte si può sostenere che chi oggi si fa portatore di certe idee razziste e discriminatorie, per i motivi previsti dalla legge in essere, ha una componente intrinseca di violenza come ci dimostrano i fatti, altrettanto non vale per le questioni relative all’identità di genere, all’orientamento sessuale e per argomenti correlati.

 

Non si può dire che oggettivamente è giusto che due persone dello stesso sesso adottino un bambino.
Non si può dire che è giusto che due persone dello stesso sesso ricorrano alla maternità surrogata.
Non si può dire che è giusto che il matrimonio sia esteso a due persone che sono dello stesso sesso.

 

Quindi chi sostiene la tesi opposta a quella che la legge vuole propugnare non può tacciarsi di essere omofobo, anzi da un punto di vista antropologico ci sono buoni argomenti per sostenere che è vero il contrario.

Il fatto è che oggettivamente c’è un dibattito aperto razionale, trasparente sull’argomento.

 

IN QUESTO DIBATTITO NON PUO’ INTERVENIRE UNA LEGGE PENALE A STRONCARE UNA DELLE DUE TESI PERCHÉ CIÒ VIOLEREBBE CERTAMENTE IL PLURALISMO DELLE IDEE.

 

Anna Cavallo


Fonte:

Ciclo di webinar sull’attualità della cultura per la vita
Il Ddl zan e il dibatto in corso sull’ “omotransfobia”: COSA STA SUCCEDENDO?
Francesco Farri e Pino Morandini

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