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IL PANE QUOTIDIANO
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La parola pane trova la sua origine nella radice sanscrita PA , cioè bere o più in generale nutrire: il primo nutrimento dell’essere umano è infatti un alimento liquido: il latte materno. Un’altra interpretazione attribuisce alla radice PA il significato di sostenere, proteggere, da cui pa-dre.
I termini compagnia, compagna, compagno derivano dal latino CUM, con e PANIS, pane, cioè partecipi dello stesso pane.Anche il verbo latino PASCERE, che significa, pascolare, nutrirsi, legato al mondo dell’antica pastorizia , a sua volta condivide la medesima radice, dal greco antico pat o par, ovvero dare nutrimento.Quando pronunciamo la parola pane evochiamo dunque i principi ancestrali del nutrimento materno e della paternità e la vocazione profondamente umana alle relazioni sociali.Il pane è dunque fondamento dell’esistenza biologica e prevede una filiera di lavoro e produzione che sta alla base della vita attiva. E da qui la relazione, lo scambio, il mercato, e quindi il fondamento dell’esistenza sociale.Il pane reca inscritto nella propria memoria un percorso antropologico intriso di necessità materiali e di aneliti spirituali.Gesù Cristo nell’Ultima Cena spezza il pane e versa il vino donando il suo corpo e il suo sangue per la salvezza del mondo, quale eredità per l’umanità che accoglie il suo sacrificio attraverso il mistero della transustanziazione .Pane è una parola che diventa carne, principio scalare che connette l’uomo alla natura e a Dio.
PANE, due sillabe che descrivono il mondo.
Preparare il pane in casa è un'attività positiva, centrata, ci ricollega ai cicli naturali, ci fa sentire calmi, efficienti e vitali, perchè il prodotto finale è indispensabile, basilare... buono! Sfornare il pane, aspettare il tempo appena sufficiente affinchè si raffreddi un po', spezzarlo ed assaggiarlo.. C' è qualcosa migliore del pane tiepido e del suo profumo che riempie la casa?
Tutto sta ad iniziare e quindi decidiamo quali farine usare.
Primo impasto:
in una ciotola capiente mettere poco lievito di birra, meno di ¼ di un cubetto, sciolto in 500 ml di acqua tiepida e 700 g circa di farina tipo1. Dare una mescolata veloce in modo tale che l’acqua assorba la farina.
Coprire la ciotola e lasciar lievitare per 5/6 ore. In inverno conviene metterla nel forno spento con la lucina accesa per favorire la lievitazione.
Secondo impasto.
Versare l’impasto sul piano di lavoro e aggiungere il sale (un cucchiaio raso, più o meno a seconda dei gusti) e altra farina sempre tipo 1, ma se ne può aggiungere altra integrale o di farro in quantità sufficiente a far sì che l’impasto diventi liscio e sodo e non si attacchi più alle mani e al piano e formare 2 filoncini.
Sistemare i filoncini sulla teglia del forno, fare dei tagli obliqui sulla superficie con una lametta, e coprirli con uno strofinaccio. Lasciare lievitare per 40/50 minuti.
Fine della seconda lievitazione.
10 minuti prima d’infornare portare al massimo la temperatura.
Ecco qua!
Il tempo di cottura è più o meno di 50 minuti, abbassare un po’ la temperatura dopo 10 minuti. Ognuno deve regolarsi a seconda delle modalità di cottura del proprio forno, nel mio, per esempio devo sistemare la teglia in alto perché altrimenti si brucia la parte inferiore del pane.