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POLITICA E FAMIGLIA 

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RILEGGERE INSIEME L’ARTICOLO 31

È di pochi giorni fa la notizia dell’avvio della “carta famiglia”. IL 17 marzo, la ministra della famiglia, Elena Bonetti,
ospite in alcune reti televisive, ne ha dato l’annuncio.

 

 


Finalmente! Esclamerà qualcuno.

 

Moderate gli entusiasmi, l’iniziativa, oltre ad essere inefficace è anche offensiva. La carta famiglia non è una novità (anche perché in Francia è attiva dal 1972), nel nostro Paese doveva essere una delle più importanti misure prese dalla legge di stabilità del 2016, approvata dalla camera il 9 giugno 2018.
Ma solo dopo la firma dell’ex ministro della famiglia Lorenzo Fontana il decreto veniva pubblicato sulla G.U. il 30 agosto2019.


Ma andiamo per gradi, che cos’è e a chi è destinata la carta famiglia?


-La carta famiglia è uno strumento che dà accesso ad una scontistica fino al 5% su vari beni, anche alimentari. Le aziende interessate all’ iniziativa possono registrarsi direttamente sul sito ufficiale del dipartimento della famiglia.
Possono richiedere la carta tutte le famiglie con almeno tre figli sotto i 26 anni e con un reddito ISEE inferiore a 30mila Euro.
Vista l’emergenza coronavirus l’iniziativa sarà estesa anche alle famiglie con un solo figlio, la piattaforma, ci dice la ministra, sarà modificata per ricevere anche la loro richiesta.

 

Campa cavallo! Aggiungo io.


Ora arriva il bello. Dal momento che ho deciso di non pensare tutto il giorno all’epidemia, sperando che non ci spappoli il cervello oltre ai polmoni, mi sono messa in testa di navigare su questo inutilissimo sito del dipartimento della famiglia.


Dal 18 marzo coloro in possesso dei requisiti sopra elencati, possono richiedere la carta registrandosi sul portale del ministero.Sempre in quella data le aziende aderenti non arrivavano a 15 su tutto il territorio nazionale e non tutte, ovviamente, offrono servizi online.
Poi cercando di capire di più, ho trovato due articoli di grandi testate nazionali che oltre alla notizia dell’avvio della carta, informavano i lettori del fatto che una grande catena di distribuzione alimentare insieme ad una famosa azienda di vendite online, facevano parte dei partners aderenti all’iniziativa ma a tutt’oggi non sono nella lista ufficiale consultabile dai cittadini.

 

Bufala? Vedremo.


Per quanto riguarda le riduzioni su utenze luce e gas applicabili sempre grazie alla carta ne è stata fatta menzione solo dalla ministra con un bel verbo coniugato al futuro: si potrà, si infatti anche di questo non vi è traccia sul sito istituzionale. L’ Onorevole Bonetti ha mentito? No, perché non
ha detto:” Si può” ma “Si potrà”. Quando? Chiedetelo a lei, magari con un tweet.

 

Tralasciando l’aspetto pratico/organizzativo che come capirete è disastroso, nella sostanza l’iniziativa è inutile perché sul mercato da tempo le aziende adottano questo tipo di scontistica senza passare per il dipartimento della famiglia e per tutto il resto come si evince è tutto basato su un “si potrà” o un “si farà”.

Tuttavia anche se fossimo di fronte ad un lavoro efficacissimo e puntuale risulterebbe comunque un’elemosina che la famiglia italiana non deve accettare.


Ancora una volta il più grande problema è quello culturale, la Famiglia non è più cosciente del suo valore.

” La famiglia è la prima azienda di una Stato”, questo è quanto ha affermato la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati alcune sera fa intervistata da Bruno Vespa.

 

Mi chiedo e vi chiedo: - Lo Stato quanto sta investendo in questa che dovrebbe essere la principale azienda? In particolare, con misure come quella qui riportata, quanto spende?


I casi sono due: o la politica italiana non ha potere di gestire decisioni economiche autonomamente o si tratta invece di incompetenza e disinteresse da parte del nostro Governo.


Nel primo caso i nostri rappresentanti in Europa dovrebbero lavorare per affermare il sacrosanto diritto delle famiglie italiane di vedersi riconosciuto un trattamento fiscale pari a quelli vigenti nella amata disunione europea. L’ Europa non può essere la “casa comune” solo per i doveri da rispettare.


Nel secondo caso ognuno tragga le proprie conclusioni.


L’ Istat riporta il dato che su 11,6 milioni di famiglie con figli quelle con 3 o più figli sono circa un milione, tra l’altro in costante calo, quest’ultime, già solo per un fattore matematico incontrovertibile, combattono quei dati demografici catastrofici del nostro paese.

Sarà utile ricordare che se tutte le famiglie decidessero di avere un solo figlio, la popolazione nel giro di una generazione si dimezzerebbe, se tutte avessero due figli sarebbe garantito il tasso minimo di sostituzione (due genitori, due figli), solo con tre figli e più può realizzarsi un incremento della popolazione più giovane.


Per concludere la mia riflessione vorrei invitare i nostri cari deputati a svolgere un piccolo compito a casa, visto che in tempi di coronavirus non vanno in Parlamento, procurarsi un quaderno e una penna e scrivere tante volte quanto il 5% (scontistica applicata ai possessori della carta famiglia inutile) di 1 milione di famiglie numerose in Italia (il risultato dovrebbe essere 50 mila) l’articolo 31 della nostra bella Costituzione:
«La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale
scopo».

 

Monica Vitali 

 

articolo del 27 marzo

pubblicato sul LA CROCE quotidiano 

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