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UN FILM AL MESE

 

PARLIAMO DI EUGENETICA, INGEGNERIA GENETICA E DI LIBERTA' COMMENTANDO UN FILM

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Gattaca
La porta dell'universo


Regia di Andrew Nicol – 1997

con Ethan Hawke, Jude Law, Uma Thurman

 

Durata: 103 minuti

Ambientazione:

un futuro non lontano dove tutto è in stile anni ’50, arredi, abiti e auto, ma supertecnologici. L’edificio della Gattaca Corporation, la società che gestisce le missioni su Titano, il principale satellite di Saturno, dove lavorano Vincent e Irene, fu costruito nel 1957, si trova in California e fu progettato da Frank Lloyd Wright.


Punti di discussione:

1. La fecondazione in provetta, per ordinare il “figlio perfetto”, programmandone aspetti fisici e caratteriali (i Validi).       2. La fecondazione naturale come nascita di bambini “Non Validi”, geneticamente inaffidabili, esclusi dai posti di responsabilità.

3. Il “razzismo genetico”: una nuova frontiera della discriminazione.

4. La possibilità di conoscere “in anticipo” problemi fisici e ruolo sociale, attraverso manipolazioni genetiche.

5. Il destino e la volontà umana come forze che sconvolgono il razionale ordine genetico della scienza.

6. Il ruolo della morale come barriera-limite ad uno sviluppo scientifico incontrollato.

7. Altruismo ed egoismo nei rapporti interpersonali tra Valido e Non Valido


Personaggi:

Vincent Freeman (Ethan Hawke), un Non Valido, che coltiva il sogno di diventare astronauta Jerome Morrow (Jude Law), un Valido, costretto alla sedia a rotelle, a causa di un incidente Irene (Uma Thurman), una donna Valida, membro di Gattaca, ma dalle prospettive limitate, a causa di una piccolissima malformazione Anton Freeman, fratello Valido di Vincent In un futuro non lontano per i progressi scientifici dovuti all'ingegneria genetica è possibile manipolare il profilo genetico dei nascituri, e in questo modo avere esseri umani Validi (concepiti in provetta col DNA manipolato) e Non Validi (nati col “vecchio” sistema naturale), considerati imperfetti ed emarginati, con pochi diritti e costretti ai lavori più miseri. Vincent, nato dall’amore e concepito tradizionalmente, non si rassegna alla sua condizione di Non Valido e vuole realizzare il sogno di una carriera nelle colonie spaziali, come dipendente della Gattaca Corporation (il nome “Gattaca” viene dalle iniziali delle quattro basi azotate che determinano la sequenza del DNA: guanina, adenina, timina e citosina), centro dove si forma la società di domani e si decide il futuro di molta gente. Jerome è un uomo dai geni perfetti ma costretto alla sedia a rotelle da un incidente, che mette “in vendita” la propria identità. Vincent e Jerome stringono un patto, grazie al quale Vincent ha il permesso di usare i campioni di DNA di Jerome, essenziali per superare i continui controlli genetici, riuscendo così a essere assunto dall’ente spaziale. Un omicidio, però, sembra distruggere il suo sogno. La polizia trova per terra il ciglio di un Non Valido e le indagini si spostano verso chi non è stato programmato geneticamente e quindi più esposto ai rischi di una violenza incontrollata. A questo punto l’unica scelta diventa quella di cambiare identità, diventare un altro, nel nome, nel comportamento ma soprattutto nel sangue, trasformarsi in un altro uomo pur di non rinunciare ai sogni. Un film fantascientifico dove vengono affrontati grandi temi attuali, sempre più discussi negli ultimi tempi: la possibilità di determinare geneticamente l’uomo, ancor prima della sua nascita, definendo per sempre il suo destino. Si tratta di razzismo genetico, di emarginazione sociale legalizzata che rende impossibile scalare i gradini sociali. Ci sono uomini più potenti, più intelligenti, più belli che ne sottomettono altri. Niccol però, intelligentemente, pone una serie di dubbi su cui vale la pena riflettere: se si è già programmati riusciremo a cambiare per scompensi naturali? O moriremo incapaci di evolverci, di adattarci? Una dettagliata specializzazione non porta alla morte della creatività umana? Si può impedire all’uomo di avere paura? Di sognare? Di sperare in un cambiamento?